lunedì 23 novembre 2015

Medioevo a scuola.....a scuola di medioevo (con laboratorio di arcieria medievale)

Attività didattica in aula con tre prime classi della media di Vertemate con Minoprio (CO), 19/3/2016




Quest'anno la Compagnia Bianca inizia una nuova avventura che durerà fino al maggio prossimo.
L'evento ha nome Medioevo a scuola.... a scuola di medioevo.
Saremo, per parecchie mattinate di sabato, insieme ad altre quattro associazioni di rievocazione storica, in una decina di scuole della provincia di Como e vi porteremo, in accordo con gli insegnanti, un poco di Medioevo. 
Didattica e laboratori (noi di arcieria, ovviamente) accompagneranno le classi che aderiranno al progetto in un viaggio nel Medioevo lombardo del XII e XIII secolo.
Poi tre giorni al castello del Baradello, in maggio, insieme alle classi che hanno aderito al progetto e un week-end, a fine maggio, sotto le mura medioevali di Como, con accampamento e campo di tiro.
La direzione del progetto è della Pro loco di Como, col patrocinio della provincia e della Regione Lombardia.


Date e scuole:
13/2: scuola media De Amicis di Lomazzo, didattica e laboratorio arcieria
20/2: scuola media Anna Frank di di Guanzate, didattica e laboratorio arcieria
19/3: Istituto Comprensivo Vertemate con Minoprio, didattica
9/4: scuola media Foscolo di Como, didattica e laboratorio arcieria
 

Pubblichiamo il documento che abbiamo elaborato per il laboratorio d'arcieria medievale.


LABORATORIO ARCIERIA


L’ARCIERE (E IL BALESTRIERE) NEL MEDIOEVO ITALIANO



Come veniva usato l’arco nel Medioevo? Chi erano e quali caratteristiche possedevano gli arcieri medievali? Come riproporre oggi questa figura storica, una delle tante, così caratteristica del Medioevo italiano ed europeo?

Uso dell’arco nel Medioevo
Possiamo affermare che nel Medioevo l'arco era utilizzato soprattutto per scopi bellici, poi per  quelli venatori e, infine, per finalità ludiche, cioè per giochi e tornei. Per  tutte queste attività era  indispensabile l’addestramento al tiro, praticato sia in luoghi militari (castelli, rocche, presidi) che in aree apposite allestite e gestite dalle autorità militari dei Comuni, delle Signorie o dei feudi. Sappiamo anche che gli arcieri, spesso in battaglia, da noi, insieme ai balestrieri, provenivano dalla classe contadina o da quella artigiana, non dalla nobiltà; erano, soprattutto gli arcieri, per nulla o solo leggermente corazzati, sia per motivi di disponibilità economica, sia perché l’atto della scoccata presuppone grande mobilità degli arti superiori che mal si concilia con pesanti ed ingombranti protezioni metalliche. Inoltre, l’arciere militare doveva dimostrare di possedere: potenza, velocità, precisione di tiro e mobilità. Tutte queste abilità, nessuna esclusa,  erano necessarie ed erano governate dai comandanti, altra figura chiave dell’arcieria militare medievale.
In battaglia, nelle attività belliche di assedio e difesa delle mura, le abilità indicate dovevano essere impiegate con la giusta tattica ed elasticità per essere efficaci e consentire di affrontare ogni imprevisto ed ogni emergenza bellica.
Gli esempi che la storia ci ha lasciato, relativamente alle tattiche belliche degli arcieri militari, provengono soprattutto dall’Inghilterra e dalla Francia (da Hastings alla Guerra dei Cent’anni, cioè 400 anni di storia militare). Anche nel nostro paese abbiamo numerose testimonianze, pur nella grande varietà di situazioni (assedi, battaglie campali, battaglie navali, scorrerie e saccheggi) e di diverse tipologie di archi e balestre.

L’attrezzatura di tiro
Gli archi erano in legno o in materiali naturali (gli archi compositi); le frecce erano realizzate in legno, con penne, filo per le legature e punte metalliche di fogge diverse in rapporto al bersaglio. Le modalità di tiro erano in rapporto al bersaglio da colpire: la preda, a caccia, o il nemico, più o meno protetto con elmi, scudi, mantelletti e altro. Le corde erano costruite con lino o canapa; la faretra e il parabracco con il cuoio o altri materiali. Tutti questi oggetti erano di facile produzione e poco costosi, anche la manodopera era disponibile a bassissimo prezzo. Nondimeno, la conoscenza racchiusa in questi semplici oggetti (in particolare nell’arco, ma non solo) è la stratificazione millenaria di pratiche e saperi antichi.

L’uomo medievale, oggi
L’arciere, come figura storica, va interpretata e capita pensando e riproponendo l’uomo medievale. L’accampamento militare, con la sua vita, i suoi tempi, i suoi oggetti, i suoi giochi, il cibo ed il riposo, diviene  un luogo concreto che è integrato all’evento bellico ed al tiro. Le figure che lo animano, non solo arcieri quindi, devono essere credibili come figure storiche medievali e divengono parte dell’evento pubblico; qui c’è spazio per tutti coloro che amano la storia e desiderano riviverla nella vita quotidiana con passione, entusiasmo e creatività, riscoprendo momenti ed atmosfere antiche, i suoni, i sapori e le voci del passato.

Rievocazione: studio, ricerca, sperimentazione e comunicazione
La ricerca e la sperimentazione divengono fattori chiave per chi si vuol mettere seriamente su questo terreno: ricerca storica effettuata sui testi e sugli studi sempre più numerosi e interessanti; sperimentazione effettuata dagli appassionati che si cimentano nella costruzione dell’attrezzatura, nel campo di tiro e sul campo di battaglia. 
Al fine di raggiungere un pubblico sempre più vasto, è importante la capacità  di trasmettere le conoscenze acquisite, e ciò va fatto sia all’interno dei gruppi di arcieri sia all’esterno, cioè nelle scuole e tra il pubblico che assiste alle rievocazioni. 
Usare bene un arco in legno non è cosa semplice; tutta l’attrezzatura va ben scelta ed amorevolmente trattata affinché sia sempre pronta all’uso ed affidabile. Sono cose che si imparano col tempo, con la pratica e con la riflessione. E’ affascinante e estremamente formativo riappropriarsi concretamente di conoscenze che un tempo erano diffuse e che oggi dobbiamo faticosamente ri-acquisire. L’arciere medievale non nasce con un corso di tiro, seppur ben fatto, ma dopo anni di attività e di impegno insieme ad altri arcieri che condividono la stessa passione e lo stesso spirito di ricerca. La via è lunga ma ricca di soddisfazioni, l’attività su se stessi ed insieme agli altri è piena di stimoli e densa di risultati.

Le attività che verranno svolte sono le seguenti:

a) Costruzione frecce
b) Costruzione corda
c) Rifinitura arco
d) Costruzione parabraccio
e) Costruzione faretra

a) COSTRUZIONE FRECCE (5 ragazzi circa)

Verranno fornite le aste, le penne, le punte. Limette per ricavare la cocca, colla per impennare le frecce (con l’ausilio dell’impennatore), filo per legare le penne, temperino per ricavare la punta, colla per incollare la punta metallica o di gomma


b) COSTRUZIONE CORDA (5 ragazzi circa)

Verrà fornito il filo da incerare/bagnare per confezionare la corda. E’ un lavoro del tutto manuale, senza accessori

c) COSTRUZIONE ARCO (2-3 ragazzi)

Verranno fornite doghette in nocciolo semilavorate, da terminare con pialletto e raschietto

d) COSTRUZIONE PARABRACCIO (5 ragazzi circa)

Verrà fornito il cuoio, il filo e la fibbia metallica per l’assemblaggio del parabraccio

e) COSTRUZIONE FARETRA (5 ragazzi circa)

Verrà fornito il cuoio e il filo per l’assemblaggio della faretra


Il tempo necessario per produrre risultato è valutato in 2-3 ore in rapporto alla manualità dei ragazzi

Ho indicato i numeri dei ragazzi ed il tempo loro dedicato dai due arcieri della Compagnia. E’ possibile essere anche in quattro, della Compagnia, per laboratorio, non di più.
I numeri e i tempi sono, ovviamente, modificabili/gestibili in rapporto all’attività da svolgere ed alle esigenze dei ragazzi.


Segrate, 4/11/2015

Marco Dubini

Fasi principali per la costruzione di un arco storico a bastone
1) Procurarsi un tronchetto di nocciolo meglio se del diametro al centro compreso tra ca. 5-7 cm. Se lo tagliate voi è meglio farlo in inverno. Per la lunghezza è sempre meglio abbondare, tanto si è sempre in tempo ad accorciare, inoltre vi sarà la possibilità di rimediare entro certi limiti ad eventuali errori in fase di sbozzatura accorciandolo. Non ci sono regole ma un arco lungo (lung. effettiva) almeno quanto l’altezza dell’arciere è più sicuro e piacevole da utilizzare.
2) Sarebbe meglio lasciarlo stagionare a lungo in un luogo arieggiato all’ombra ma non troppo secco e comunque meglio evitare i locali chiusi magari interrati in cemento. Si può comunque procedere da subito alla costruzione (specie se si usa il tasso), seguendo qualche accorgimento (evitare che secchi troppo velocemente sgrossandolo per gradi e passando gradatamente da luogo umido a più asciutto).
3) Sbozzatura. Scegliere il lato che sarà il dorso dell’arco e li non toccare la corteccia. Cominciare a sbozzarlo sul lato del ventre partendo dalla base dell’estremità più grossa. Ricercare il centro delle fibre o midollo. Sbozzare sempre dall’estremità verso il centro SEGUENDO L’ANDAMENTO DELLE FIBRE. Procedere con calma e per gradi alternando sempre sui due lati (flettente inferiore e superiore). Ricordarsi che togliere è sempre possibile ma aggiungere materiale no quindi la sbozzatura deve avvenire nel modo più graduale possibile. 
4) Quando l’arco comincia a piegare e comunque quando lo si ritiene opportuno passare alla fase di asportazione per raschiamento ed equilibratura.
5) Intagliare con un coltellino la tacca a ca. 7 cm dall’estremità del flettente superiore sul lato sinistro guardando l’arco dal ventre. A quello inferiore la si può fare sull’altro lato o si può scegliere di non farla e usare solo un nodo per il fissaggio.
6) Incordare l’arco. Ricordarsi che all’inizio sarà più difficile e tenere presente che l’arco dopo i primi tiri cederà un pò fino a quando si assesterà. Evitate quindi di tirarlo giù troppo già da subito.
7) Controllare se piega armonicamente su tutta la sua lunghezza e se è il caso intervenire con calma raschiando dove serve.
8) Utilizzare l’arco almeno qualche giorno. In seguito si potranno apportare eventualmente modifiche (assottigliamento dei puntali, accorciatura ecc).

Gionata Brovelli, novembre 2015

Trovate qui riprodotte alcune immagini delle attività svolte nelle prime due scuole e i due archetti in nocciolo costruiti dai ragazzi delle scuole medie di Lomazzo e Guanzate.





















giovedì 24 settembre 2015

RIPRENDONO I CORSI DI TIRO CON L'ARCO IN LEGNO

Sabato 24 ottobre seconda lezione del III corso 2015.
Ancora un posto disponibile


Queste le modalità:

1) quattro lezioni di tre ore ciascuna, da tenersi il sabato o la domenica o, previo accordo, in altre giornate
2) arco, frecce, parabraccio e bersaglio sono a cura dell’istruttore
3) alle lezioni possono partecipare non più di tre allievi per corso
4) per iscriversi basta mandare una mail a info@compagniabianca.it indicando il nome e il numero di telefono. Sarete contattati personalmente dall’ istruttore

Per le immagini dei corsi precedenti, vai qui:

http://compagniabianca.blogspot.it/search/label/CORSI%20DI%20TIRO%20CON%20L%27ARCO%20IN%20LEGNO%20E%20ADDESTRAMENTI%20AL%20CAMPO%20DI%20TIRO



La Compagnia Bianca di Milano - Arcieri medievali militari
Sito Internet: www.compagniabianca.it
Blog visuale: http://compagniabianca.blogspot.it/

giovedì 11 giugno 2015

CALENDARIO EVENTI 2015

8 marzo, corteo storico dal Castello Sforzesco a Palazzo Reale, Milano
vedi: http://compagniabianca.blogspot.it/2015/03/8-marzo-2015-milano-corteo-storico.html

26 aprile, corso costruzione arco in legno, in Via San Dionigi, 77 – Milano (MM linea gialla, fermata Porto di Mare) presso l’Associazione Nocetum (www.nocetum.it)

vedi: http://compagniabianca.blogspot.it/2015/04/le-immagini-del-corso-di-costruzione.html

14, 20 e 21 giugno, in Expo, in Cascina Triulza stand con banco alimentare ed attività artigianali con la Velle dei Monaci (www.valledeimonaci.org) vedi:

http://compagniabianca.blogspot.it/2015/06/la-compagnia-bianca-all-expo-2015-il-14.html

4 e 5 luglio, Castello in Festa, Legnano
vedi: 
https://www.facebook.com/events/1608637226081740/

10 settembre, Via Santa Redegonda, Milano
Banco didattico arcieria storica (arcieri, balestrieri, tessitura e altro), con l'Associazione Valle dei Monaci (www.valledeimonaci.org)
vedi: http://compagniabianca.blogspot.it/2015/09/blog-post.html 


Finita la stagione rievocativa, riprendono in ottobre, e fino a maggio, i corsi di tiro.


da novembre a maggio 2016 MEDIOEVO SCUOLA..... A SCUOLA DI MEDIOEVO, a cura della Pro Loco di Como, col patrocinio della Regione Lombardia e della Provincia di Como.
Saremo impegnati in 8 scuole medie, per 8 sabati (da dicembre a marzo), poi per due giornate (in aprile) al castello del Baradello. Infine, a maggio, per un week-end sotto le mura medievali di Como, con accampamento e campo di tiro

domenica 13 dicembre, ore 9, visita guidata, gratuita, aperta agli amici della Compagnia, all'impianto del Depuratore di Nosedo, Via San Dionigi, 90, Milano.
http://www.depuratorenosedo.eu/it/
Per info e per partecipare, scrivere a info@compagniabianca.it



venerdì 22 maggio 2015

La Compagnia Bianca all' EXPO 2015, in Cascina Triulza

Nelle giornate del 14  e 20 giugno, dalle 10 alle 21 e il 21 giugno, dalle 10 alle 18, la Compagnia sarà presente nello stand della Valle dei Monac (uno stand condiviso con altre associazioni NO PROFIT), per "illustrare" alcuni aspetti del Medioevo italiano.


PROGRAMMA ATTIVITA' DELLA COMPAGNIA BIANCA IN CASCINA TRIULZA:

domenica 14/6/2015
a) dal Medioevo alle nostre cucine: la cultura del cibo attraverso il tempo. Esecuzione e spiegazione di ricette che dimostrano la continuità della cultura alimentare tradizionale dal Medioevo alla cucina regionale italiana
b) distribuzione della ricetta della bevanda medievale ricavata dal vino prima che si deteriorasse (ippocrasso). Poiché non è permesso in Expo distribuire cibi e vivande, consumeremo noi il cibo e le bevande esposte e illustrate
c) rifinitura doga in tasso (fase intermedia della costruzione di un arco bastone). Da una doga di tasso già lavorata con l'ascia, con un semplice raschietto si ricava un arco quasi terminato
d) impennaggio frecce. Aste, colla, penne e filo si assemblano per ricavare frecce (senza punta, vietata in Expo)

sabato 20/6/2015

a) dal Medioevo alle nostre cucine: la cultura del cibo attraverso il tempo. Esecuzione e spiegazione di ricette che dimostrano la continuità della cultura alimentare tradizionale dal Medioevo alla cucina regionale italiana
b) distribuzione della ricetta della bevanda medievale ricavata dal vino prima che si deteriorasse (ippocrasso). Poiché non è permesso in Expo distribuire cibi e vivande, consumeremo noi il cibo e le bevande esposte e illustrate
c) costruzione corda d'arco. Lino ritorto, cera d'api e abilità manuale consentono di costruire in poche decine di minuti una corda d'arco
d) rifinitura doga in tasso (fase intermedia della costruzione di un arco bastone). Da una doga di tasso già lavorata con l'ascia, con un semplice raschietto si ricava un arco quasi terminato
e) impennaggio frecce. Aste, colla, penne e filo si assemblano per ricavare frecce (senza punta, vietata in Expo)


domenica 21/6/2015
a) dal Medioevo alle nostre cucine: la cultura del cibo attraverso il tempo. Esecuzione e spiegazione di ricette che dimostrano la continuità della cultura alimentare tradizionale dal Medioevo alla cucina regionale italiana
b) distribuzione della ricetta della bevanda medievale ricavata dal vino prima che si deteriorasse (ippocrasso). Poiché non è permesso in Expo distribuire cibi e vivande, consumeremo noi il cibo e le bevande esposte e illustrate
c) tessitura medievale. Abili mani intessono fili colorati utilizzando piccoli telai di legno
d) rifinitura doga in tasso (fase intermedia della costruzione di un arco bastone). Da una doga di tasso già lavorata con l'ascia, con un semplice raschietto si ricava un arco quasi terminato
e) impennaggio frecce. Aste, colla, penne e filo si assemblano per ricavare frecce (senza punta, vietata in Expo)

ELENCO PARTNERS GESTORI DELLO STAND IN CASCINA TRIULZA (dall' 8/6 al 21/6/2015)

• Valle dei Monaci - www.valledeimonaci.org
• Nocetum – www.nocetum.it
• Associazione Cascine Milano - www.associazionecascinemilano.org
• Arte da Mangiare - www.artedamangiare.it
• La Strada - www.lastrada.it
• Rete dei Cammini - www.retecamminifrancigeni.eu
• Compagnia Bianca di Milano – www.compagniabianca.it
• Depuratore di Nosedo - www.depuratorenosedo.eu
• Cooperativa Koinè - www.koinecoopsociale.it
• Associazione Art.9 - www.associazioneart9.it
• Greem – Gruppo Ecologico Est Milano - www.greem.it

Vi aspettiamo, numerosi, numerosissimi.

Per chi è in Feisbuc, trovate l'evento qui:

https://www.facebook.com/events/1001459586559715/

giovedì 21 maggio 2015

CORSO DI TIRO CON L'ARCO IN LEGNO (A OTTOBRE)

Sono aperte le iscrizioni.

Queste le modalità:

1) quattro lezioni di tre ore ciascuna, da tenersi il sabato o la domenica o, previo accordo, in altre giornate
2) arco, frecce, parabraccio e bersaglio sono a cura dell’istruttore
3) alle lezioni possono partecipare non più di tre allievi per corso
4) per iscriversi basta mandare una mail a info@compagniabianca.it indicando il nome e il numero di telefono. Sarete contattati personalmente dall’ istruttore

La Compagnia Bianca di Milano - Arcieri medievali militari
Sito Internet: www.compagniabianca.it
Blog visuale: http://compagniabianca.blogspot.it/

I corsi sono sospesi a causa degli impegni estivi della Compagnia.
Riprenderanno a ottobre; un posto disponibile, ad oggi.

venerdì 6 marzo 2015

CORSO DI COSTRUZIONE ARCHI IN LEGNO

Organizziamo in aprile questo interessantissimo corso.

Data: domenica 26 aprile 2015
Orari: dalle ore 9 alle ore 18, pausa pranzo dalle 13 alle 14
Luogo: Via San Dionigi, 77 – Milano (MM linea gialla, fermata Porto di Mare) presso l’Associazione Nocetum (www.nocetum.it)

Durante il corso, tenuto da Gionata Brovelli, verranno trasmesse le informazioni di base per imparare a realizzare un arco semplice in legno, basandosi sulle tecniche e la filosofia di costruzione adottate in passato.
La parte pratica verrà preceduta da una introduzione in cui verranno illustrati i più importanti reperti rinvenuti e l'evoluzione dell'arco di legno in Europa nel corso dei secoli.

Il costo di partecipazione è di € 50, pranzo compreso. I posti sono limitati (20); ancora alcuni posti disponibili, affrettatevi se volete esserci.

Per informazioni e modalità di iscrizione inviare una mail a info@compagniabianca.it oppure chiamare il capitano della Compagnia allo 02/26922618 o al 327/6326727
PER LE IMMAGINI DEL CORSO VAI QUI:
http://compagniabianca.blogspot.it/2015/04/le-immagini-del-corso-di-costruzione.html


mercoledì 18 febbraio 2015

CORSO DI TIRO CON L'ARCO IN LEGNO

Prossima lezione, per Alberto, Stephanie e Giovanni, sabato 2 maggio, ore 9-13.
Ancora un posto disponibile per il II° corso che inizierà a maggio. 

Queste le modalità:

1) quattro lezioni di tre ore ciascuna, da tenersi il sabato o la domenica o, previo accordo, in altre giornate
2) arco, frecce, parabraccio e bersaglio sono a cura dell’istruttore
3) alle lezioni possono partecipare non più di tre allievi per corso
4) per iscriversi basta mandare una mail a info@compagniabianca.it indicando il nome e il numero di telefono. Sarete contattati personalmente dall’ istruttore

La Compagnia Bianca di Milano - Arcieri medievali militari
Sito Internet: www.compagniabianca.it
Blog fotografico: http://compagniabianca.blogspot.it/ 

giovedì 22 gennaio 2015

L'organizzazione bellica assira: la composizione dell'esercito, le strategie e le tattiche di attacco

Pubblichiamo questo interessante studio nel quale appare con evidenza che, sin dall'antichità, l'arcieria militare era in grado di giocare un ruolo fondamentale nell'arte della guerra.

Buona lettura.


L'organizzazione bellica assira: la composizione dell'esercito, le strategie e le tattiche di attacco

di Davide Nadali

da: La grande Storia. L’Antichità, a cura di Umberto Eco – Le civiltà del vicino Oriente, vol. 2 – 2011, RCS Quotidiani S.p.a.


La ricca e particolareggiata raffigurazione delle gesta militari dei sovrani assiri su ortostati scolpiti offre una fonte preziosa e piuttosto fedele della composizione, organizzazione e attività dell'esercito assiro. Si possono distinguere le unità principali (fanteria, cavalleria e reparto carrista) e, soprattutto, si possono avanzare, con l'ausilio delle fonti epigrafiche, ipotesi sulle tecniche di combattimento e sulle strategie di attacco.

La composizione dell'esercito assiro

Le milizie assire del IX secolo e della prima parte dell'VIII secolo a.c. possono essere definite come un esercito nazionale, essenzialmente composto da soldati assiri arruolati mediante servizio di leva. In seguito, a partire dalla riorganizzazione delle regioni conquistate ad opera di Tiglat-pileser III (re dal 744 al 727 a.c.) e dall'arruolamento sistematico di soldati stranieri, si può invece parlare di un esercito multietnico. Documenti dell'epoca di Tiglat-pileser III e Sargon II (re dal 721 al 705 a.c.) testimoniano l'impiego di soldati stranieri con particolari abilità (come esperti combattenti su carro o per esempio addestratori di cavalli, in seguito all'introduzione in Assiria di specie equine provenienti dall'Egitto e dalla Nubia).
Gli uomini dell'esercito assiro sono raggruppati in tre grandi unità: fanteria, cavalleria e reparto carrista, talora formate da soli soldati e talora comprendenti elementi stranieri (truppe ausiliarie). A seconda del tipo d'arma impiegato nel combattimento si distinguono arcieri, lancieri, frombolieri e guastatori. Non in tutte le unità sono presenti gli stessi corpi: i frombolieri e i guastatori appartengono esclusivamente alla fanteria, che costituisce il nucleo più numeroso e il vero punto di forza dell'intera compagine militare assira. Le ricche raffigurazioni dei rilievi parietali documentano sia il cospicuo numero di fanti sia la versatilità delle azioni di questa unità che è largamente coinvolta in tutti gli schieramenti tattici, tanto negli scontri in campo aperto che negli assedi.
La fanteria leggera è composta di arcieri e lancieri, principalmente di origine straniera, che non sono provvisti di panoplie difensive pesanti e spesso combattono senza la protezione di scudi. In particolare gli arcieri - perlopiù di origine aramea - combattono a piedi nudi, senza armatura e senza elmo: indossano semplicemente una benda sulla fronte annodata alla nuca. I lancieri sono invece provvisti di un elmo (che ha una caratteristica cresta sulla sommità), di uno scudo e indossano una sorta di corazza formata da un disco metallico tenuto sul petto con lacci di cuoio intrecciati sulla schiena. Lo scudo dei lancieri ausiliari è costruito con canne intrecciate, talvolta con rinforzi metallici lungo i bordi e nella parte centrale. Arcieri e lancieri della fanteria pesante sono invece provvisti di più efficaci armi e panoplie difensive: portano elmi metallici a punta, vestono una corazza metallica che protegge l'intero corpo (come nelle immagini del IX sec. a.c.) o solo il busto (come nei rilievi del Vili e VII sec. a.c.), indossano stivali e sono inoltre protetti da ampi scudi di forma circolare o ellittica. Gli arcieri e i lancieri della fanteria pesante sono normalmente assiri. che combattono alle spalle dei soldati ausiliari che occupano il fronte dello schieramento, come si vede nelle scene raffiguranti le marce di spostamento dell'esercito e gli assalti alle roccaforti nemiche. Le armi dei soldati della fanteria leggera consentono veloci manovre, come per esempio salire rapidamente su scale lignee per raggiungere la sommità delle mura nemiche. Alle loro spalle, altri soldati ausiliari e infine gli Assiri della fanteria pesante coprono l'azione di sfondamento. Spesso gli arcieri e i lancieri assiri della fanteria pesante combattono in coppia, affiancati l'uno all'altro, protetti da un alto scudo poggiato a terra e tenuto in piedi dal lanciere. Questo schermo protettivo è particolarmente efficace nelle operazioni di assedio, quando i nemici si difendono lanciando dardi e oggetti infuocati dalle fortificazioni delle loro città. La cavalleria costituisce la seconda grande unità dell'esercito assiro. E essenzialmente composta di soldati assiri, sebbene i sovrani (in particolare Tiglat-pileser III e Sargon II) registrino nei loro documenti l'arruolamento di personale straniero, impiegato soprattutto nell'addestramento e nella cura dei cavalli. In cavalleria combattono soldati arcieri e lancieri che sono abbigliati ed equipaggiati come i loro omologhi della fanteria; i lancieri sono talvolta provvisti di scudo, che portano sulla schiena mentre cavalcano.
L'uguale dotazione offensiva e difensiva implica che i cavalieri possano combattere anche come fanti: il cavallo è un mezzo di trasporto usato per raggiungere il campo di battaglia e la città cinta d'assedio; tuttavia, in determinati contesti d'azione, esso è impiegato in manovre di inseguimento e accerchiamento del nemico.
I cavalieri cavalcano e combattono in coppia: mentre uno ha il compito di tenere le briglie di entrambi i cavalli, l'altro può fa­cilmente imbracciare l'arco e scoccare frecce senza dover controllare la propria cavalcatura. Questo schema è in uso nel IX secolo a.c. e può essere chiaramente osservato sui rilievi di Assurnasirpal II e sulle fasce bronzee delle porte del tempio e del palazzo a Balawat di Assurnasirpal II e di Salmanassar III (re dall'858 all'824 a.C.). A partire dall'VIII secolo a.c, con il regno di Tiglat-pileser III, l'introduzione e la diffusione dell'uso della martingala (una cintura di cuoio che, fissata al morso, passa dietro la testa del cavallo) rivoluziona le modalità di guida del cavallo e il suo impiego in contesto bellico. I cavalieri sono indipendenti e possono usare ora l'arco ora la lancia nelle loro incursioni nelle file nemiche. Recentemente, proprio partendo dall'osservazione delle coppie di cavalieri sui rilievi parietali assiri, si è tentato di chiarire il significato del termine kallabu della documentazione epigrafica, variamente interpretato e tradotto come "messaggero", "condottiero di truppe", "guastatore", "truppe leggere" e associato all'unità di fanteria.
In realtà il kallabu sarebbe un cavaliere, e precisamente colui che, armato di lancia, affianca il compagno munito invece di arco: allo stesso tempo il suo particolare equipaggiamento consentirebbe una sua facile trasformazione in soldato di fanteria. La terza e ultima unità dell'esercito assiro è costituita dai carri. Il reparto carrista è formato da soldati assiri arcieri e lancieri. Nel corso del tempo, dal IX al VII secolo a.C. la forma e l'impiego del carro in contesto bellico mutano alquanto. Nel IX secolo a.c. il carro trasporta solitamente due soldati (il numero dell'equipaggio sale a tre quando è presente anche il sovrano assiro). Il primo soldato ha il compito di guidare il carro reggendo le redini, mentre l'altro, armato di arco, scocca frecce contro i nemici. Il carro è un mezzo rapido e sicuro per attraversare il campo di battaglia investendo e inseguendo le truppe, ma è anche equipaggiato con uno scudo e una lancia, sicché anche i soldati a bordo del carro, una volta portatisi sul luogo dello scontro, possono, proprio come quelli della cavalleria, divenire fanti, arcieri e lancieri, a seconda delle necessità. Nell'VIII e, in particolar modo, nel VII secolo a.c. la struttura del carro si ingrandisce: si passa da un carro con una ruota a sei raggi ad uno con una ruota a otto e l'equipaggio sale a quattro soldati (il guidatore, accompagnato da altri tre soldati armati). A bordo del carro, essi sollevano gli scudi a protezione di se stessi e degli altri soldati; scesi dal carro, si convertono in fanti e lo scudo diventa un'efficace arma di difesa contro le munizioni lanciate dai nemici dall'alto delle mura negli assedi e negli scontri corpo a corpo. Per il VII secolo a.c, si potrebbe quindi parlare di fanteria mobile, ossia di fanti che temporaneamente usufruiscono del carro per potersi rapidamente muovere sul campo di battaglia e ingaggiare scontri ravvicinati.
L'esercito assiro comprende anche civili, addetti alle incombenze amministrative e talvolta impiegati in azioni collaterali e di preparazione dell'attacco. Le numerose lettere della cancelleria assira offrono preziosi indizi per comprendere appieno il vasto e complesso impianto della macchina bellica prima, durante e dopo la campagna militare. All'interno del campo militare si distingue, per la posizione spesso centrale e per le dimensioni maggiori, la tenda alloggio del sovrano. Dal IX all'VIII secolo a.c. il re assiro è direttamente impegnato sul campo di battaglia (è rappresentato sovente mentre insegue i nemici con il suo carro). Nel VII secolo a.c. egli svolge invece una funzione di comandante in capo che osserva lo svolgersi dello scontro ed attende i positivi risultati della battaglia. Le particolareggiate raffigurazioni permettono di farsi un'idea abbastanza precisa delle manovre di attacco dell'esercito assiro e quindi della disposizione tattica delle truppe a seconda del modello strategico scelto. In base a quest'ultimo solo alcune unità e alcuni corpi specializzati sono chiamati a un'azione diretta, mentre le altre unità dell'esercito assumono ruoli di copertura e di difesa.

Le strategie di attacco e difesa

L'assedio è la strategia largamente impiegata dagli Assiri: i rilievi parietali la documentano con dovizia di particolari. Soldati dell'esercito assiro sono raffigurati ai piedi delle mura nemiche o mentre cercano di raggiungere la sommità delle fortificazioni su scale di legno e rampe artificiali. Contemporaneamente arcieri e frombolieri, con il continuo lancio di frecce e munizioni, impediscono, o comunque rallentano, la reazione dei nemici sui bastioni. Il bersagliamento dal basso distoglie anche l'attenzione degli assaliti dalle operazioni dei soldati guastatori che, alla base delle fortificazione nemiche, sono intenti ad aprire brecce e tunnel nella cortina muraria. A questo scopo, l'esercito assiro si avvale anche di arieti e di torri d'assedio. Nelle preghiere rivolte alla divinità solare Shamash il re assiro chiede quale tecnica sia più efficace per conquistare la città nemica e questi testi mettono in evidenza non solo le modalità di conquista di una città, ma anche i tempi dell'azione di accerchiamento, assedio e assalto.

Cavalleria e carri sono largamente utilizzati negli scontri in campo aperto, anche se i monumenti offrono pochissimi esempi di raffigurazioni di battaglie in campo aperto. I testi degli Annali dei sovrani assiri lasciano intendere che l'esercito si confronti in campo aperto con il nemico solo quando vi sia costretto. In questo caso i carri risultano particolarmente efficaci sia per contrastare quelli dell'esercito nemico sia per travolgere e inseguire la fanteria avversaria. Nella battaglia contro le tribù degli Arabi, nel VII secolo a.c., gli strateghi dell'esercito di Assurbanipal optano per un inseguimento su carro dei cavalieri arabi a dorso di cammelli: stando al racconto fatto da Erodoto (484-424 a.c.) nel primo libro delle Storie, i cavalli sono impauriti dal forte e particolare odore dei cammelli, ma, una volta aggiogati ai carri, è più difficile per loro ribellarsi e indietreggiare di fronte al nemico.

La cavalleria è un'unità particolarmente versatile ed agile che può assalire gli avversari ai fianchi, quindi lungo le ali dello schieramento ed incursioni nei fianchi avversari e cambiare rapidamente formazione e tattica, inseguendo i nemici in rotta. Nello scontro campale presso il fiume Ulai in cui Assurbanipal combatte contro il sovrano elamita Teumman, la cavalleria assira si muove sul fianco destro del proprio schieramento, attaccando il fianco sinistro dell'armata nemica e spingendo gli avversari verso il centro del terreno di scontro, dove la fanteria assira interviene spingendo gli Elamiti nelle acque del fiume alle loro spalle. Quello che nella strategia avversaria doveva essere una protezione contro un possibile attacco da tergo diventa invece un punto a favore degli Assiri.