domenica 30 giugno 2013

Nocetum: un sepolcreto medievale e reperti romani

La Compagnia Bianca ha sede presso l'Associazione Nocetum, a Milano, in Via San Dionigi, 77 (www.nocetum.it). Lì abbiamo il nostro campo di tiro e il luogo dove ci riuniamo. Vi è anche una chiesetta che contiene affreschi del XIV secolo; il tutto a poche centinaia di metri dall'abbazia di Chiaravalle.
I recenti lavori di ristrutturazione del pavimento della chiesetta hanno rivelato un tesoro archeologico.
Gli scavi, interrotti nel maggio scorso, riprenderanno in luglio.

Lasciamo parlare la Fondazione Telecom, che finanzia gli scavi, e il Corriere della Sera...


A Nocetum, i lavori per il rifacimento della pavimentazione della chiesetta dei Santi Filippo e Giacomo hanno portato alla luce un sepolcreto medievale, di cui si conosceva la presenza sulle carte, e diversi reperti di origine romana del periodo compreso tra il 340 e il 343 d.C., che raccontano come questo luogo abbia avuto una sua parte importante nella storia d'Italia e del mondo, fin dai tempi dell'Editto di Costantino.
Il 7 maggio 2013, nei locali dell'Associazione Nocetum Onlus è stata ospitata la conferenza stampa in cui sono stati presentati i risultati della scoperta e dei lavori degli archeologi, oltre ai risultati del progetto sostenuto da Fondazione Telecom Italia, "Nocetum, una risorsa viva in città", e alle prospettive per il futuro.
«Oltre alle sepolture, quasi certamente medievali, vi sono materiali ben più antichi, che ci danno un indizio importante di una preesistenza che al momento non possiamo datare con esattezza, ma che speriamo di poter valutare con più precisione se, come ci auguriamo, ci sarà la possibilità di aggiungere nuovi dati, continuando le ricerche archeologiche.»

Anna Maria Fedeli, Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia
«Abbiamo voluto scommettere su un progetto che, ampliando un lavoro di rete e investendo su ricerca e tecnologia, si proponeva di portare alla luce un bene di grande valore storico, culturale e ambientale, eppure poco conosciuto, come Valle dei Monaci, rendendolo più visibile e più facilmente fruibile. Auspichiamo che il contributo di Fondazione Telecom Italia, che con i suoi progetti connette cultura e tecnologia, territorio e maestria, serva a creare modelli virtuosi emulabili da altre realtà.»

Marcella Logli, Segretario Generale Fondazione Telecom Italia

da: www.fondazionetelecomitalia.it 


Tombe dei primi cristiani
nella chiesetta del Nocetum

La scoperta durante i lavori per la ristrutturazione: reperti del secondo-terzo secolo

Alcune delle tombe scoperte nella chiesetta (Fotogramma)Alcune delle tombe scoperte nella chiesetta (Fotogramma)
Reperti dei primi secoli del cristianesimo sono stati scoperti nella chiesetta dei santi Giacomo e Filippo, in via San Dionigi, nel Parco Sud, una zona in cui la città di Milano sconfina nella campagna, facendo intuire la presenza radicata di una comunità che permetterebbe di aggiungere importanti tasselli alla storia del capoluogo lombardo. Gli scavi nella chiesetta, animata dalla comunità Nocetum e aperta alla città, erano cominciati a marzo. Il risanamento della chiesetta di Nocetum, ammalorata dall'umidità, era tra la azioni previste dal progetto «La valle dei monaci torna a vivere per Milano. Nocetum, risposta per la città», finanziato da un bando di Fondazione Telecom Italia dedicato proprio ai «Beni invisibili». Tra i reperti, una tomba di infante sopra lo scheletro di un adulto, come se un bambino fosse stato sepolto tra le braccia di un genitore. E ancora, la tomba di un infante con corredo e alcune monete risalenti all'epoca di Magnenzio.
La necropoli del NocetumLa necropoli del Nocetum    La necropoli del Nocetum    La necropoli del Nocetum    La necropoli del Nocetum    La necropoli del Nocetum
La chiesetta di Nocetum (Fotogramma)La chiesetta di Nocetum (Fotogramma)
IL PROGETTO - I lavori nella Chiesetta, che è luogo di preghiera e accoglienza ecumenica della comunità di Nocetum, hanno portato alla luce il sepolcreto medievale di cui si conosceva la presenza dalle carte, nonché importante materiale di origine romana: cocci, alcuni dei quali smaltati, pietre e una moneta risalente al periodo tra il 340 e il 343 Dc, che racconta di come questo territorio abbia avuto una sua parte nella Storia già almeno dai tempi dell’Editto di Costantino. Quasi due mesi di lavori, coordinati dalla soprintendenza ai beni Archeologici della Lombardia e diretti dall’Architetto Alberico Barbiano di Belgiojoso, con la supervisione di Silvia Lusuardi Siena, docente di Archeologia all’Università Cattolica di Milano, della giovane archeologa Federica Matteoni e di un gruppo di studenti di Archeologia della Cattolica da lei coordinati sul campo.
MATERIALI PIU' ANTICHI - Per Anna Maria Fedeli, della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Lombardia, molti sono gli elementi importanti emersi grazie agli scavi: «Oltre alle sepolture, quasi certamente medievali, vi sono materiali ben più antichi, che ci danno un indizio importante di una preesistenza che al momento non possiamo datare con esattezza, ma che speriamo di poter valutare con più precisione se, come ci auguriamo, ci sarà la possibilità di aggiungere nuovi dati, continuando le ricerche archeologiche».
ETA' ROMANA - «Là dove i cataloghi episcopali (XI sec.) ricordano la sepoltura di Onorato, arcivescovo milanese al tempo della conquista longobarda - ha notato Lusuardi nel corso della conferenza stampa - nonché il palazzo e la zecca di Federico Barbarossa, le ricerche hanno accertato l’antichità della chiesetta dei Santi Giacomo e Filippo di Nosedo, fornendo un nuovo tassello per ricostruire la storia di una porzione del contado ora periferia meridionale della città. Lo studio del materiale ceramico e delle monete restituiti dallo scavo, che, ad un primo esame, si scalano tra età romana e XVII secolo, consentirà di gettare luce sulla cronologia di frequentazione dell’area, che in questa fase preliminare rivela preesistenze finora sconosciute».
da: http://milano.corriere.it

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